Cavoli, io amo i piloti, il loro essere divorati dalla voglia di fare il tempone, sia in prova che in gara, di superare e di non farsi superare, di controllare il mezzo in ogni situazione.
Capisco perché lo fanno, si sentono vivi in pista. E poi l’adrenalia diventa una droga, è inutile nasconderlo.
La guida in pista diventa un’arte: per me lo è. Basta leggere il Gabbiano Jonathan Livingston” ti divora una voglia di miglioramento il cui confine non esiste mai.
Il limite è un “Dio asintotico”.
Mentalmente accadono cose di questo tipo: “Montecarlo ’88, ultima sessione di qualifica. Ero già in pole e continuavo a girare sempre più veloce. Un giro dopo l’altro. Davo mezzo secondo a tutti, poi un secondo… E continuavo ad andare. Improvvisamente realizzai che stavo dando due secondi a chiunque altro, compreso il mio compagno di squadra Prost, e che non stavo più guidando cosciamente la mia monoposto. Ero in un’altra dimensione.”
Ayrton Senna
Non giudico le competizioni, le amo. Voglio che si lotti per circuiti sicuri anche se il rischio non può annullarsi.
Doriano non ho avuto la fortuna di conoscerlo dal vivo, lo voglio ricordare così, tra una penna ed un piega, sicuramente felice in quel momento:
RIP