Gonfio di tensioni,
come nuvola al vento,
morbida condensa,
in cielo aperto
[non allegra neve di dicembre, ma gelo di febbraio]
su mare oscuro, profondo.
Ed abissi.
Ed altre tetre voragini,
che un intenso respiro
non può più riempire.
E caldo asfissiante,
sudore maleodorante,
bestemmie e fatica.
Un nido.
Un ritorno.
Un viaggio in linea retta.
Una meta.
Decollo.
Dopo tanta “fatica” si torna al sicuro
Bravo Daniele, i Tuoi versi mi sono piaciuti
Un caro saluto
Gina
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