Nei giorni scorsi, in ufficio, è nato uno spunto di discussione interessante, anche se solo sfiorato e non approfondito causa mancanza di tempo: il conflitto tra il modo di ragionare del genio e quello del saggio.
Secondo alcuni, e temo che abbiano tendenzialmente ragione, un genio ed un saggio hanno un modo di ragionare uno all’opposto dell’altro.
Tipicamente un genio – proprio perché tipicamente innova, ribalta il consolidato – ragiona con stile laterale mentre il saggio pone alla base dei propri ragionamenti la logica, la razionalità e le abitudini di cui ha profonda conoscenza.
Il genio propone il nuovo ed il saggio controbatte [anche se questo termine ha una sfumatura di contrapposizione non corretta] con le competenze derivanti dall’esperienza e dalla comprensione delle cose.
Questo, temo, può in parte spiegare perché le pensate geniali dell’umanità [penso ad esempio alla Teoria della Relatività Generale – elaborata nel 1916 a 37 anni – oppure, ed è un miglior esempio, ai Teoremi di incompletezza di Gödel – dimostrati nel 1931 a 25 anni] siano avvenute in menti giovani e fresche.
[Purtroppo certi pensieri mi fanno sentire vecchio – non saggio – e sempre meno elastico.]
Penso che un saggio sia in grado di riconoscere un’idea geniale perché un saggio non è limitato dalle paure. E credo che sia proprio questo che accomuna genio e saggio:essere svincolati dalle paure che limitano la visione della realtà e delle possibilità trasversali. Buona giornata 🙂
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Sicuramente: credo che quasi chiunque sappia riconoscere la genialità quando se la trova davanti
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Il genio nasce diverso, guarda il mondo con occhi diversi, sia nel campo delle scienze, sia nell’arte.
Il genio è creativo! Concordo con Nuzk: il saggio è in grado di riconoscere il genio e la bontà delle sue intuizioni
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